Antonio Salieri
Antonio Salieri (Legnago, 18 agosto 1750 – Vienna, 7 maggio 1825) estratto da Antonio Salieri Cronologia della vita e delle opere a cura di Elena Biggi Parodi in Europa riconosciuta di Antonio Salieri, Teatro alla Scala programma di sala Stagione 2004-2005, pp. 246-255. Le date sono tratte da Rudoph Angermüller, Antonio Salieri. Dokumente seines Lebens unter Berücksichtigung von Musik, Literatur, Bildender Kunst, Architektur, Religion, Philosophie, Erziehung, Geschichte, Wissenschaft, Technik, Wirtschaft und täglichem Leben seiner Zeit, 3 vol., Karl Heinrich Bock, Bad Honnef 2000.
La famiglia di Antonio Salieri è originaria di Angiari, un piccolo paese agricolo a sud di Verona; la cosiddetta “Bassa veronese”, terra di corti rurali, aie immense ed enormi “barchesse” riparo al grano e al riso, trasportati poi fino a Venezia percorrendo la fitta rete fluviale che dall'Adige conduceva al Po; questa, che si diramava per tutta la pianura, faceva avvertire la sensazione, pur così lontani dal mare, di essere vicini alla Laguna. Quando Antonio nacque la famiglia si era trasferita nella maggiore cittadina della zona, Legnago (oggi in provincia di Verona), fortezza veneziana, ultimo avamposto della Serenissima prima del mantovano. Questo può spiegare perché Salieri fosse definito veneziano in alcuni libretti a stampa delle sue opere: La partenza inaspettata, La dama pastorella, Il ricco d'un giorno. I Salieri risiedevano al numero 2 di via Disciplina, via centrale di Legnago, in un palazzo situato accanto al Teatro, oggi intitolato al suo nome. Il breve dramma in versi Mozart e Salieri, facente parte delle Piccole tragedie di Alexander Puškin (1830) fu musicato da Nicolai Rimskij-Korsakov nel 1898 e successivamente divenne il soggetto della commedia Amadeus di Peter Shaffer (1979), ripreso dal film omonimo con la regia di Miloš Forman (1984). Qui l’Hofkapellmeister della corte viennese, insignito della medaglia d’oro austriaca al Valore Civile, Cavaliere della Legion d’onore francese, Vicepresidente dell’Istituto nazionale francese e del Conservatorio di Parigi, socio dell’Associazione musicale reale di Svezia, è descritto come un intrigante, mediocre compositore, addirittura l’assassino di Mozart. Le due figure di Salieri e di Mozart sono funzionali a testimoniare il passaggio dalla concezione del diritto ereditario (diritto di sangue e di razza) che reggeva il mondo prima della Rivoluzione francese, a quella di diritto naturale, che si fece strada nel pensiero che a partire degli anni cinquanta del Settecento circolò nelle principali opere teoriche, negli articoli politici dell’Encyclopédie di Diderot e Rousseau e nel flusso crescente di pubblicazioni clandestine, nel dibattito filosofico e politico, ossia l’idea che il valore di ciascuno dipenda dalle sue capacità personali. Una rivalità, quella fra Mozart e Salieri, che serviva per affermare la nuova figura dell’artista romantico, il genio cui la libera professione pareva garantire l’autonomia estetica, in confronto alla figura del maestro di cappella, un mediocre, condizionato dal potere aristocratico. Una contrapposizione fittizia, poiché è stato dimostrato che nessuna opera d’arte è slegata dal mondo circostante, non può esistere in pratica una musica “pura”. È stato assai ben chiarito quanto, durante il Romanticismo, l’artista sia condizionato dai gusti del pubblico. Tra le varie incombenze esercitate dal kaiserlichen koniglichen ersten Hofkapellmeister c'era la programmazione e la direzione d'orchestra delle funzioni musicali della cappella di corte (sia sacre che profane), la composizione d'una certa quantità di musica da chiesa, varie incombenze di carattere amministrativo, ma soprattutto in qualità di Direttore dell’opera italiana, responsabile dei cambiamenti e modifiche alle opere italiane che venivano rappresentate a Vienna.
Il rapporto fra Salieri e Mozart, quando si incontrarono, fu sempre cordiale. Considerando il potere che il Kapellmeister imperiale-reale deteneva a corte, se avesse voluto mettere in ombra il genio di Salisburgo avrebbe potuto imbastire un programma differente, da quello che diresse per l'incoronazione di Leopoldo II a Praga (agosto 1791), un programma quasi interamente mozartiano (tre messe K. 317, K. 337 e K. 258, il coro in forma di mottetto dal Thamos K. 345, l'Offertorio K. 222); la stessa sera dell'incoronazione, il 6 settembre, per offrire un'immagine positiva dell'incombente potere centrale, fu rappresentata La clemenza dì Tito, l'opera seria che era stata proposta a Salieri, poi intonata invece, come sappiamo, da Mozart.
Salieri fu attivo a Vienna come operista fin dal 1770; dal 7 febbraio 1774 Kammercompositeur e Kapellmeister dell’opera italiana, dal 12 febbraio 1788 Hofkapellmeister, carica assai più prestigiosa della precedente, che mantenne fino al 1824, quando ricevette dal governo il pensionamento a pieno stipendio, concessogli fino al termine della sua vita. Il 16 giugno 1816, per festeggiare il suo cinquantesimo anno di permanenza a Vienna, fu organizzata una cerimonia in suo onore alla quale parteciparono numerosi suoi allievi. Fra compositori e cantanti a cui dava lezione, spesso gratuitamente, se ne conoscono circa ottanta. Fra i più noti: Beethoven (che lo frequentò più o meno regolarmente negli anni 1793-1802), Schubert (1812-17), Liszt (1822-23), Meyerbeer (intorno al 1812), Hummel (dal 1793), Moscheles (almeno dal 1810), Czerny, Weigl (1780-87), Siissmayer (dal 1788), Franz Xaver Mozart (intorno al 1807).
Oggi la figura e la produzione musicale di Antonio Salieri riveste un particolare interesse per lo studioso dell’opera del periodo che va dalla seconda metà del Settecento ai primi dell’Ottocento, perché questo autore fu uno dei maggiori protagonisti del teatro musicale della Vienna di Giuseppe II (1766-1790), fenomeno complesso nel quale si intrecciano le influenze dell’opera metastasiana, l’opera buffa, l'Opéra-comique francese e la Tragédie-Lyrique, il balletto pantomimico, le opere che fanno parte del tentativo di riforma di Gluck. La parte preponderante della produzione musicale di Salieri a Vienna è costituita da opere teatrali di genere buffo, ma anche da Singspiele in tedesco e da opere serie come Armida (1771), l’azione pastorale Daliso e Delmita, un oratorio La Passione di di Gesù Cristo, inoltre da una ricca produzione teatrale per l’Iitalia, fra cui Europa riconosciuta (3 agosto 1778), l’opera che inaugurò il Teatro alla Scala di Milano, tre produzioni teatrali in lingua francese per Parigi, le Tragédie-lyriques Les Danaïdes (1784), Les Horaces (1786), l'opera in cinque atti e un prologo Tarare (1787 da cui deriva Axur re d’Ormus 1788), l’opera di genere serio Idomeneo per il teatro di Monaco di Baviera (1782).